domenica 13 novembre 2005

L'INCONTENIBILE GIOIA E MALINCONIA DELL'AMERICA


È una sera del 1988 o del 1989, in Svizzera. Io sono rimasta sveglia sino a tardi e guardo un film cupo, degli anni Settanta, con Jane Fonda; con le cuffie allo stereo ascolto le prime note di pianoforte di “Racing In The Street”, in Darkness On The Edge Of Town di Springsteen e comincio a viaggiare.
Non è la prima volta che intraprendo questo viaggio: ero molto più piccola quando l’ho iniziato. Avevo un libro sui Cowboys in cui non erano descritte né sparatorie né eroismi o conquiste né glamour, ma solo una vita grama e pericolosa dietro i pascoli e da allora mi ero fatta l’idea che l’America sia un luogo triste e immenso.
Ho letto Kerouac ma mi è rimasto dentro Least-Heat Moon, non mi interessano i grandi paesaggi urbani, preferisco le Strade Blu.