martedì 17 dicembre 2019

AVVENTURE NELLA SANITA'; DEL MATERNALISMO

"L'Educazione Terapeutica del Paziente è qualcosa di più profondo e impegnativo sia per il curante sia per chi viene curato. Essa è una vera e propria azione pedagogica che va collocata dentro un processo e una relazione, potremmo dire, clinico-educativa, di fiducia, accoglienza, accettazione, accompagnamento, sostegno, promozione, emancipazione, riprogettazione, ecc". 

Micaela Castiglioni, La formazione dei professionisti medico-sanitari e il confronto tra educazione degli adulti e medicina: una sfida possibile, in Elena Marescotti (a cura di), Ai confini dell'educazione degli adulti. I limiti, le possibilità, le sfide, Milano, Mimesis, 2015, pp. 101-102.


Una paziente di poco sotto i cinquanta anni, affetta da quaranta da una patologia cronica, si reca a una visita specialistica. Progettando di andare al lavoro dopo la visita, e volendosi presentare dalla nuova dottoressa in modo decente, indossa, del tutto eccezionalmente, tacchi alti, che le causano un passo incerto. Incuriosita dal nuovo custode, che osserva a sua volta, con grande curiosità, le persone che entrano nella struttura, non si avvede della sbarra chiusa.
- Signora, guardi anche avanti! - esclama il custode puntando gli occhi sulle calzature.
La donna ride, saluta, aggira la sbarra e si dirige verso il Centro. Due ottime infermiere misurano la pressione, che va bene, il peso, che è stabile.
- Che alta che è - dice un'infermiera.

domenica 24 novembre 2019

NELL'OLIMPO DEL ROCK, MA SOLO QUANDO NON CI SEI PIÙ


Screen shot del video di All Over Now: una donna con capelli scuri e lunghi e giacca a vento gialla, è in piedi su uno sfondo di un apparente paesaggio irlandese, piovoso e ventoso.

Ci sono giorni in cui una persona vorrebbe essere un po' più religiosa, un po' più spirituale...è stato il mio caso, quando ho saputo che

In The End, l'ultimo album dei Cranberries, con la voce postuma di Dolores O'Riordan, è stato nominato per un "Grammy" (i cosiddetti Oscar della musica contemporanea), nella categoria del rock. 

Vorrei credere che "somewhere, in another dimension" lei possa sentirlo e saperlo, ma mi riesce difficile, dovendo combattere contro una vita di miscredenza. La notizia - certo un riconoscimento, ma soprattutto un omaggio (che personalmente mi aspettavo) - è stata, a quanto pare, ben accolta dai familiari e dalla band della cantautrice scomparsa. Giustamente, hanno parlato di quanto Dolores sarebbe stata felice della nomination. Sebbene ne sia convinta e, per quel che vale, assai felice anch'io, rimane una punta di amarezza. Mi chiedo infatti perché questo gruppo e la sua principale autrice, non abbiano mai ricevuto un riconoscimento di questo genere prima, neanche negli anni Novanta, all'apice del successo, ai tempi di Linger, Dreams e poi Zombie, comunque quando lei era ancora in vita. Si può dire che abbiano comunque sempre fatto parte dell'amatissima scena alternativa, e che non sono mai transitati nell'ambito più commerciale, il che può essere, oppure che i Grammy sono premi formali che guardano soprattutto al pop più commerciale.

giovedì 31 ottobre 2019

LA CANZONE (IM)PERFETTA. OMAGGIO PER I SETTANT'ANNI DI BRUCE SPRINGSTEEN

Immagine dell'epoca di Born In The Usa: su sfondo azzurro sono indicati a sinistra i titoli dei pezzi dell'album; a destra è Bruce Springsteen, sulla trentina, in maglietta bianca e jeans.

Si tratta di None But The Brave, uno storico inedito del 1983, registrato per Born In The Usa e però  mai pubblicato nell'album. Stranamente la canzone non vide la luce nemmeno nel sostanzioso cofanetto di inediti del 1998 e comparve solo in un The Essential di qualche anno dopo.None But The Brave è una canzone "imperfetta": è lunga, racconta una storia che si dilata e si confonde, è molto nostalgica. Musicalmente ha qualcosa di melenso, di non fluido. Forse questi stessi aspetti hanno convinto l'autore a escluderla dall'album del 1984.

venerdì 11 ottobre 2019

MEREDITH: UNA STORIA DI MILLENNIALS



Qualche giorno fa c'è stata la notizia della concessione della semilibertà a Rudy Guede, unico condannato per il delitto Kercher. Quando il fatto avvenne, a novembre del 2007, non lo seguii attentamente. Ricordo che arrivavano le notizie: i fidanzatini, l'americana bionda, il nero, quello "sbagliato" e poi quello "giusto". Veniva catturato in Germania, mentre stava rientrando in treno in Italia...era intorno alla data del mio compleanno. Ma, a dir la verità, non ci facevo molto caso.
Poi vidi, il 21 gennaio del 2016, il programma della Leosini, in cui veniva intervistato Rudy Guede. Se mai un documentario televisivo può essere paragonato per intensità a un film, quello è senz'altro eleggibile, ricco di pathos, di un enorme desiderio di innocenza, con i passaggi più drammatici sottolineati da due musiche da film (usate in "Platoon" e ne "Il cacciatore", che abbiamo molto amato) come "Cavatina" e l'"Adagio per archi" di Samuel Barber che, da sole, provocano smarrimento.
Bisogna sempre ricordare che il delitto Kercher è stata una grande tragedia, la cui vittima, una ragazza di 21 anni, era una di quelle persone che immaginiamo avrebbero dato tanto all'umanità, se avessero potuto. Una tragedia tanto più vera, quanto più sottolineata dal riserbo, l'educazione e la discrezione dei familiari della vittima.

mercoledì 28 agosto 2019

MORO E BERLINGUER




Io ho amiche che leggono tantissimo e famiglie che leggono tantissimo. Colpa loro se questi giorni penso spesso a quei personaggi ritratti nell'immmagine, ripercorro le loro azioni e vicende. Ciò per cui si sono battuti: la possibilità di una vera democrazia, che preveda l'alternanza, la possibilità della mediazione del conflitto, sono idee terribilmente attuali e terribilmente inattuali. Inattuali, perché ormai una sinistra che governi l'Italia è qualcosa che abbiamo sperimentato. Attuali, perché il significato vero della mediazione oggi è più lontano che mai, perché la mediazione non è l'accordicchio al ribasso, ma la profonda ricomposizione dei conflitti.

Oggi tutti sono pronti a onorare la memoria di Moro e Berlinguer, ma dove sono le persone che veramente hanno riproposto qualcosa della loro politica ai giorni d'oggi? Emarginate e dimenticate. 

venerdì 12 aprile 2019

A VERONA, UN GIORNO DI PASQUETTA


E' stato 26 anni e un giorno fa! Voi eravate a passare Pasquetta al mare con incendio annesso e io ero al Bentegodi di Verona. Arrivata da sola (non so come) in nave e in treno. Nel mio scomparto c'era una coppietta di ragazzi più giovani di me, sia lui che lei mi avrebbero vista bene sotto le rotaie. Arrivata allo stadio scoprii che erano lì vicino a me in tribuna.