domenica 24 novembre 2019

NELL'OLIMPO DEL ROCK, MA SOLO QUANDO NON CI SEI PIÙ


Screen shot del video di All Over Now: una donna con capelli scuri e lunghi e giacca a vento gialla, è in piedi su uno sfondo di un apparente paesaggio irlandese, piovoso e ventoso.

Ci sono giorni in cui una persona vorrebbe essere un po' più religiosa, un po' più spirituale...è stato il mio caso, quando ho saputo che

In The End, l'ultimo album dei Cranberries, con la voce postuma di Dolores O'Riordan, è stato nominato per un "Grammy" (i cosiddetti Oscar della musica contemporanea), nella categoria del rock. 

Vorrei credere che "somewhere, in another dimension" lei possa sentirlo e saperlo, ma mi riesce difficile, dovendo combattere contro una vita di miscredenza. La notizia - certo un riconoscimento, ma soprattutto un omaggio (che personalmente mi aspettavo) - è stata, a quanto pare, ben accolta dai familiari e dalla band della cantautrice scomparsa. Giustamente, hanno parlato di quanto Dolores sarebbe stata felice della nomination. Sebbene ne sia convinta e, per quel che vale, assai felice anch'io, rimane una punta di amarezza. Mi chiedo infatti perché questo gruppo e la sua principale autrice, non abbiano mai ricevuto un riconoscimento di questo genere prima, neanche negli anni Novanta, all'apice del successo, ai tempi di Linger, Dreams e poi Zombie, comunque quando lei era ancora in vita. Si può dire che abbiano comunque sempre fatto parte dell'amatissima scena alternativa, e che non sono mai transitati nell'ambito più commerciale, il che può essere, oppure che i Grammy sono premi formali che guardano soprattutto al pop più commerciale.


Lost da In The End

Ma c'è dell'altro. Dolores, che, dopo morta è stata celebrata come un'icona del rock, da viva e da giovane non era poi così amata dalla stampa e dalla critica di settore.
Perché era una campagnola, perché la sua bellezza era stridente e non certo ovvia, perché parlava con amore della famiglia e male della droga. Ma soprattutto, non piaceva, perché era una donna che guidava una band maschile e molti, anche se non lo confessano, pensano che le donne nel rock debbano fare altre cose, ma certo non "guidare".
Il rock è una musica che nasce per liberare, ma il suo spirito rischia di perire attraverso le mille stereotipie che vi stanno attorno. E devi essere trasgressivo e se sei uomo devi essere macho e se sei donna devi essere figa e devi sempre parlare di sesso e il sesso deve essere la tua ossessione. Soprattutto, devi essere snob, ma non devi mai darlo a vedere!
Lo spirito del rock? Io poco ne so, ma per quel poco, sono convinta che In The End sia un disco rock. Sono i fantastici bambini che compaiono sulla copertina e che rappresentano i giovani Cranberries al loro esordio; l'ultima finezza, l'ultimo regalo alla cantante da parte di Noel e Mike Hogan e Fergal Lawler, che non si sono voluti rappresentare senza di lei? Certamente. Ma è soprattutto quello sfondo, quei materiali da discarica industriale, nella periferia di una città "periferica" irlandese, a trasmettere lo spirito di cui parlavo. È come se avessero voluto dire: noi veniamo da qui e qui ritorniamo sempre, questi sono i materiali con cui abbiamo, passo dopo passo, costruito un sogno duraturo, che finisce con malinconia ma non senza speranze per il futuro.

Il video del singolo Wake Me When It's Over, realizzato da studenti di Arte di Limerick: la protagonista è una donna disegnata in contorni bianchi su sfondo nero.
La copertina di In The End: sono quattro bambini in quella che appare una discarica industriale; hanno basso , chitarra e batteria-giocattoli, costruiti con legno e metallo. La bambina in primo piano ha un microfono degli stessi materiali. Tutti sono vestiti in jeans e camice a quadri o indumenti casual come i giovani Cranberries.
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