Blue, l’album del 1971 della cantautrice canadese Joni Mitchell, al
secolo Roberta Joan Anderson, è –
assieme a Harvest del suo
connazionale Neil Young, come ho avuto già modo di dire – qualcosa di cui mi
onoro di essere coetanea. È un disco nel quale molti, molto più autorevolmente
di me, hanno visto l’inizio assoluto e spesso il capolavoro insuperato del
cantautorato femminile; per le caratteristiche marcate di confessionalità ed
emotività che anche molte artiste dopo Joni Mitchell incarneranno e per quelle,
personalissime di Mitchell, dell’uso della voce in una sorta di “soprano folk”,
della melodia imprevedibile e incantevole e di un’interpretazione originale
della musica West Coast degli ultimi anni Sessanta e primi anni Settanta.
Blog di commenti, riflessioni e ricordi. Uno dei miei maestri mi disse: "Le parole le puoi scialare o spendere, ma non devi mai buttarle".
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