È
una sera del 1988 o del 1989, in Svizzera. Io sono rimasta sveglia sino a tardi
e guardo un film cupo, degli anni Settanta, con Jane Fonda; con le cuffie allo
stereo ascolto le prime note di pianoforte di “Racing In The Street”, in Darkness
On The Edge Of Town di Springsteen e comincio a viaggiare.
Non
è la prima volta che intraprendo questo viaggio: ero molto più piccola quando
l’ho iniziato. Avevo un libro sui Cowboys in cui non erano descritte né
sparatorie né eroismi o conquiste né glamour, ma solo una vita grama e
pericolosa dietro i pascoli e da allora mi ero fatta l’idea che l’America sia
un luogo triste e immenso.
Ho
letto Kerouac ma mi è rimasto dentro Least-Heat Moon, non mi interessano i
grandi paesaggi urbani, preferisco le Strade Blu.