Blue, l’album del 1971 della cantautrice canadese Joni Mitchell, al
secolo Roberta Joan Anderson, è –
assieme a Harvest del suo
connazionale Neil Young, come ho avuto già modo di dire – qualcosa di cui mi
onoro di essere coetanea. È un disco nel quale molti, molto più autorevolmente
di me, hanno visto l’inizio assoluto e spesso il capolavoro insuperato del
cantautorato femminile; per le caratteristiche marcate di confessionalità ed
emotività che anche molte artiste dopo Joni Mitchell incarneranno e per quelle,
personalissime di Mitchell, dell’uso della voce in una sorta di “soprano folk”,
della melodia imprevedibile e incantevole e di un’interpretazione originale
della musica West Coast degli ultimi anni Sessanta e primi anni Settanta.
Blog di commenti, riflessioni e ricordi. Uno dei miei maestri mi disse: "Le parole le puoi scialare o spendere, ma non devi mai buttarle".
Visualizzazione post con etichetta viaggio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta viaggio. Mostra tutti i post
Iscriviti a:
Post (Atom)
-
I New Teolls https://youtube.com/playlist?list=PLJkshHxVDonLLhcpJ5WF5XTnZe688-LHS&feature=shared Questa lista, tra il serio e il facet...
-
Matteo Salvini ha affermato che il movimento del quale è capo è il vero erede della politica sociale del PCI di Berlinguer. L’assurda, parad...
-
Parlo del Mostro di Firenze. Sono stata da sempre appassionata alla storia contemporanea italiana. Mi appassionano le storie che in qualche ...