mercoledì 19 ottobre 2005

LA GEOGRAFIA DELL'ANIMA DI JONI MITCHELL



Blue, l’album del 1971 della cantautrice canadese Joni Mitchell, al secolo Roberta Joan Anderson, è  – assieme a Harvest del suo connazionale Neil Young, come ho avuto già modo di dire – qualcosa di cui mi onoro di essere coetanea. È un disco nel quale molti, molto più autorevolmente di me, hanno visto l’inizio assoluto e spesso il capolavoro insuperato del cantautorato femminile; per le caratteristiche marcate di confessionalità ed emotività che anche molte artiste dopo Joni Mitchell incarneranno e per quelle, personalissime di Mitchell, dell’uso della voce in una sorta di “soprano folk”, della melodia imprevedibile e incantevole e di un’interpretazione originale della musica West Coast degli ultimi anni Sessanta e primi anni Settanta.

giovedì 13 ottobre 2005

"LA VITA E' COSì: UN MINUETTO


La prima volta che sentii “Minuetto” ero a Quartu e giravo con la macchina intorno a via Eligio Porcu per trovare un parcheggio. Ricordo che dovevo andare ad assistere a un’iniziativa; ero un po’ svogliata, non sapevo come mi avrebbero accolto e cosa ci facessi. Credo che fosse in gennaio del ’98: Mimì era scomparsa già da alcuni anni.
Quella canzone non mi piacque, allora, però mi rimase in testa quasi parola per parola, perché il tema della “schiavitù amorosa”, per quanto possa essere lontano mille miglia dalla vita concreta, non è mai lontano dai pensieri di una donna e forse anche di un uomo. Ma credo che in prima battuta non mi piacque perché non riconobbi in quella voce femminile un po’ acerba e non ancora inconfondibile il carattere di Mia Martini, della Mia Martini che abbiamo conosciuto noi.