domenica 4 dicembre 2005

LA FANTASTICA STORIA DI EDOARDO BENNATO


Qualche tempo fa un ratto aveva passeggiato nel balcone di casa mia e io mi sono disperata e ho allertato e allarmato tutti quanti, ho comprato e mi hanno comprato veleni, trappole, colla, fino a quando non è sparito.
Una di quelle sere poco confortevoli ho trovato un po’ di serenità per rivedere È arrivato un bastimento, il libro della storia del pifferaio di Hamelin riscritta da Edoardo Bennato, che accompagnava il suo omonimo doppio LP del 1983. In quelle illustrazioni che, assieme alla musica, hanno accompagnato la nostra adolescenza, giovinezza and beyond ho trovato una singolare liberazione e l’eterna consapevolezza che le paure degli esseri più piccoli di noi hanno sempre qualche altro significato…

L’altra settimana mia sorella leggeva Pollicino al maschietto dei gemelli di mia cugina, e ho constatato con stupore, poiché non ricordavo la cosa, che anche nel libro di Rodari viene descritta un’insurrezione di topi.
Bennato oggi ripropone la sua favola, in parte riaggiornata, in un CD/DVD e convoca artisti di spicco della musica italiana per reinterpretare i pezzi di È arrivato un bastimento, “Detto tra noi” da Non farti cadere le braccia e sette canzoni nuove.



La scelta è geniale: Bennato ha dato a ognuno il suo, valorizzando al massimo i diversi artisti e in qualche caso – a mio modesto parere – quasi inventandone il talento. Irene Grandi è brava e simpatica come sempre, Max Pezzali devoto, Raf, Piero Pelù, Jovanotti, Neffa, Africa Unite ecc. direi al loro meglio.
Bennato è un artista capace di armonizzare tutto, sogno e realtà, blues e musica classica, rock e reggae, letteratura e scienza, politica e arte, nord e sud Italia, forse anche maschio e femmina, che è sempre il problema più grande, nella vita.
Mi emoziona sentire, dopo tanto tempo, “ed il Mediterraneo culla di civiltà…sarà falso, sarò vero”, pensando a quanti pensieri e quante parole ho speso, e quante volte ho urlato dentro di me, in questi anni: “È falso, è falso!”.
Soprattutto mi emoziona questa nuova versione di “Ogni favola è un gioco”. I versi “Ogni favola è un gioco/ se ti fermi a giocare/ dopo un poco/ lasciala andare” negli anni si sono riempiti di nuovi significati, di esperienze positive e di dolore.
Lo so che avevo scritto che non mi piace più la musica italiana, ma ormai è chiaro che questo blog è pieno di contraddizioni.

Nessun commento:

Posta un commento