mercoledì 28 agosto 2019

MORO E BERLINGUER




Io ho amiche che leggono tantissimo e famiglie che leggono tantissimo. Colpa loro se questi giorni penso spesso a quei personaggi ritratti nell'immmagine, ripercorro le loro azioni e vicende. Ciò per cui si sono battuti: la possibilità di una vera democrazia, che preveda l'alternanza, la possibilità della mediazione del conflitto, sono idee terribilmente attuali e terribilmente inattuali. Inattuali, perché ormai una sinistra che governi l'Italia è qualcosa che abbiamo sperimentato. Attuali, perché il significato vero della mediazione oggi è più lontano che mai, perché la mediazione non è l'accordicchio al ribasso, ma la profonda ricomposizione dei conflitti.

Oggi tutti sono pronti a onorare la memoria di Moro e Berlinguer, ma dove sono le persone che veramente hanno riproposto qualcosa della loro politica ai giorni d'oggi? Emarginate e dimenticate. 

venerdì 12 aprile 2019

A VERONA, UN GIORNO DI PASQUETTA


E' stato 26 anni e un giorno fa! Voi eravate a passare Pasquetta al mare con incendio annesso e io ero al Bentegodi di Verona. Arrivata da sola (non so come) in nave e in treno. Nel mio scomparto c'era una coppietta di ragazzi più giovani di me, sia lui che lei mi avrebbero vista bene sotto le rotaie. Arrivata allo stadio scoprii che erano lì vicino a me in tribuna.

venerdì 10 agosto 2018

LA PRIMA VOLTA AL SANT'ELIA




Era uno strano periodo, se dovessi definire la solitudine ne descriverei le trame ed immagini. Avevo 12 anni e vivevo a Oristano. Avevo concluso la seconda media, iniziata a metà anno. Passavo molto tempo a seguire il Cagliari, che era retrocesso in Serie B l'anno precedente. In poco meno di un'ora di telefonata con mio padre abbiamo ripercorso alcuni miti familiari, aneddoti sempre arricchiti da particolari, che suscitano sempre ilarità e nostalgia, che si riaccendono prontamente senza timore di diventare logori. Ci sono delle cose che ricordo perfettamente della mia prima volta allo stadio. Credo che papà fosse arrivato da Zurigo, dove lavorava, appena il giorno prima. Tuttavia io scalpitavo perché volevo essere presente alla finale di campionato. Perché sì, era un'ultima giornata. Non so perché ne sono così sicura, ma di certo non è un ricordo diretto, è una consapevolezza che si è stratificata nel tempo, come se quella memoria non potesse esistere senza i ferrei dettagli che la costituiscono. E l'altra squadra era l'Arezzo, l'Arezzo e nessun'altra, e il risultato fu di 2-1.

sabato 14 luglio 2018

LUKA




La sera del 12 luglio ascoltiamo Suzanne Vega cantare e suonare all'Ex-Mà. La sua voce è suadente, intonata in modo fluido e senza sforzo. La sua comunicazione è semplice e umile, con più di un tocco di ironia, ma piena di maestria, come tutto il suo show. È questa maestria, forse, ad averla resa un'autrice straordinariamente influente per la generazione successiva di cantautrici, che l'hanno superata in pathos, ma non nella potenza narrativa per la quale può competere persino con Joni Mitchell.

sabato 5 maggio 2018

ADIA



Missy Higgins, una cantautrice australiana ha scritto una lettera d'amore a un disco, "Surfacing". In questi mesi, dopo che è morta la cantante dei The Cranberries, ho pensato molto alla mia storia d'amore con "Surfacing". La prima volta che lo incontrai ero triste e sola, era marzo del 2002, guardavo un film con Kevin Costner e sentii una melodia e una voce incomparabile. Ma non fu questo l'incontro decisivo; esso avvenne a maggio: era una giornata grigia ed ero triste e sola, andavo al lavoro con la radio accesa. Miracolosamente un canale stava trasmettendo (no, non "Angel", che non mi è mai piaciuta molto, se proprio la devo dire tutta) "Adia".

sabato 3 febbraio 2018

"DOV'ERA L'INFELICITÀ?" OMAGGIO A DOLORES O 'RIORDAN



Ottobre 2019: Ho scritto questo testo qualche giorno dopo la morte di Dolores O'Riordan, prima di conoscere tutta la sua storia artistica, che ho coltivato successivamente e che tuttora continuo a coltivare. Tante cose, allora, non le sapevo, ma ho voluto fermare le emozioni del momento.

 La morte, citando Guardini, è il compimento della melodia, la conclusione che fornisce un’identità al pezzo, che senza di essa sarebbe confuso fluire, indistinto e inconcluso. Mai come nel caso della morte di Dolores O’Riordan sentiamo la verità di questo assunto. In passato ho ascoltato intensamente Mia Martini, e poi Whitney Houston, dopo la loro scomparsa, Dolores, però, è un’altra cosa, perché il rock è la musica della mia infanzia e adolescenza. La sua musica è rimasta nello scaffale più prestigioso dei miei CD, apprezzata, certo, ascoltata, forse anche amata, ma non realmente conosciuta, fino a quel 15 gennaio del 2018.

domenica 4 dicembre 2005

LA FANTASTICA STORIA DI EDOARDO BENNATO


Qualche tempo fa un ratto aveva passeggiato nel balcone di casa mia e io mi sono disperata e ho allertato e allarmato tutti quanti, ho comprato e mi hanno comprato veleni, trappole, colla, fino a quando non è sparito.
Una di quelle sere poco confortevoli ho trovato un po’ di serenità per rivedere È arrivato un bastimento, il libro della storia del pifferaio di Hamelin riscritta da Edoardo Bennato, che accompagnava il suo omonimo doppio LP del 1983. In quelle illustrazioni che, assieme alla musica, hanno accompagnato la nostra adolescenza, giovinezza and beyond ho trovato una singolare liberazione e l’eterna consapevolezza che le paure degli esseri più piccoli di noi hanno sempre qualche altro significato…

domenica 13 novembre 2005

L'INCONTENIBILE GIOIA E MALINCONIA DELL'AMERICA


È una sera del 1988 o del 1989, in Svizzera. Io sono rimasta sveglia sino a tardi e guardo un film cupo, degli anni Settanta, con Jane Fonda; con le cuffie allo stereo ascolto le prime note di pianoforte di “Racing In The Street”, in Darkness On The Edge Of Town di Springsteen e comincio a viaggiare.
Non è la prima volta che intraprendo questo viaggio: ero molto più piccola quando l’ho iniziato. Avevo un libro sui Cowboys in cui non erano descritte né sparatorie né eroismi o conquiste né glamour, ma solo una vita grama e pericolosa dietro i pascoli e da allora mi ero fatta l’idea che l’America sia un luogo triste e immenso.
Ho letto Kerouac ma mi è rimasto dentro Least-Heat Moon, non mi interessano i grandi paesaggi urbani, preferisco le Strade Blu.

mercoledì 19 ottobre 2005

LA GEOGRAFIA DELL'ANIMA DI JONI MITCHELL



Blue, l’album del 1971 della cantautrice canadese Joni Mitchell, al secolo Roberta Joan Anderson, è  – assieme a Harvest del suo connazionale Neil Young, come ho avuto già modo di dire – qualcosa di cui mi onoro di essere coetanea. È un disco nel quale molti, molto più autorevolmente di me, hanno visto l’inizio assoluto e spesso il capolavoro insuperato del cantautorato femminile; per le caratteristiche marcate di confessionalità ed emotività che anche molte artiste dopo Joni Mitchell incarneranno e per quelle, personalissime di Mitchell, dell’uso della voce in una sorta di “soprano folk”, della melodia imprevedibile e incantevole e di un’interpretazione originale della musica West Coast degli ultimi anni Sessanta e primi anni Settanta.

giovedì 13 ottobre 2005

"LA VITA E' COSì: UN MINUETTO


La prima volta che sentii “Minuetto” ero a Quartu e giravo con la macchina intorno a via Eligio Porcu per trovare un parcheggio. Ricordo che dovevo andare ad assistere a un’iniziativa; ero un po’ svogliata, non sapevo come mi avrebbero accolto e cosa ci facessi. Credo che fosse in gennaio del ’98: Mimì era scomparsa già da alcuni anni.
Quella canzone non mi piacque, allora, però mi rimase in testa quasi parola per parola, perché il tema della “schiavitù amorosa”, per quanto possa essere lontano mille miglia dalla vita concreta, non è mai lontano dai pensieri di una donna e forse anche di un uomo. Ma credo che in prima battuta non mi piacque perché non riconobbi in quella voce femminile un po’ acerba e non ancora inconfondibile il carattere di Mia Martini, della Mia Martini che abbiamo conosciuto noi.

martedì 20 settembre 2005

SARAH MCLACHLAN NEL RIVERBERO DELLO SPLENDORE


Ci sono persone che sostengono che la musica di Sarah McLachlan cambi la vita e francamente non mi sento di contraddirle. Si tratta di un tipo di esperienza dell’arte che apre una nuova dimensione esistenziale di chi ne è stato toccato, che non stravolge ma aiuta a diventare un po’ più quello che si è. Ascoltando la sua musica si incontrano profonde parti di sé, luoghi dell’anima (non esistono luoghi geografici reali nella sua musica) in cui si era stati e si ha bisogno di tornare, anche quel tanto di inquieto, turbante e cupo che è nella vicenda esistenziale di ciascuno.

Ma quest’incontro rappresenta anche la possibilità di aprirsi a un mondo musicale